Il Quarto Reich by Gennaro Sangiuliano & Vittorio Feltri

autore:Gennaro Sangiuliano & Vittorio Feltri [Sangiuliano, Gennaro & Feltri, Vittorio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Commentary & Opinion
ISBN: 9788852054136
Google: QEiMBAAAQBAJ
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-09-08T22:00:00+00:00

Declassati

È la notte tra il 19 e il 20 settembre 2011, la notte che porta dalla festa di San Gennaro a quella di Sant’Eustachio. Gli italiani dormono. Dal Financial District di Manhattan l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s decide di declassare il debito italiano portandolo da «A+» ad «A». Un colpo serio, perché significa passare da una qualità «medio alta» del debito a una qualità solo «media», ai confini con quella bassa. La decisione è inattesa perché Moody’s, la più grande delle agenzie di rating, aveva deciso di prendere tempo e di tenere il debito sovrano italiano sotto osservazione ancora per un mese. La sentenza di S&P è durissima: «La fragile coalizione di governo e le differenze politiche all’interno del Parlamento» scrive l’agenzia nel comunicato di accompagnamento «continueranno probabilmente a limitare la capacità dell’esecutivo di rispondere con decisione a un contesto macroeconomico interno ed esterno difficile». Nelle prime righe la nota aveva chiarito che la valutazione «riflette la nostra visione di prospettive di crescita indebolita».

Nel gergo degli addetti ai lavori, le tre agenzie di rating, Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch vengono definite le «tre sorelle», definizione che ricorda un altro strapotere, quello petrolifero. Si tratta di enti privati, controllati da capitali privati, anche se hanno alle spalle una lunga storia. Moody’s fu fondata nel 1909, Standard & Poor’s nel 1830, Fitch nel 1913, e con il tempo hanno consolidato un potere semidivino, di vita e di morte, sui mercati finanziari, perché le loro valutazioni e pagelle possono determinare fortune o disastri.

Il «rating» – secondo i manuali di tecnica finanziaria – è un indice di rischiosità che indica il grado di solvibilità di uno Stato, istituto creditizio o impresa. Le analisi di rischio del credito valutano banche, Stati nazionali, società, corporation, a volte anche amministrazioni comunali. Il punto sensibile – trattandosi di agenzie private – è costituito dalla loro composizione societaria. Una zona grigia avvolge la proprietà, ponendo il tema del conflitto d’interessi. Le «tre sorelle» agiscono in un sostanziale regime di oligopolio naturale, poiché occupano il 95 per cento del mercato mondiale, si dividono un giro d’affari di circa 4 miliardi di dollari e sono praticamente tutte americane.

Negli ultimi anni alcune valutazioni delle agenzie di rating sono state oggetto di grandi polemiche. Il 14 settembre 2008, sulla piazza finanziaria di New York si consumava l’atto finale del crollo di Lehman Brothers, l’evento che più di altri segna l’avvio della crisi dei subprime. A Lehman, fino a poche ore prima del dissesto, viene riconosciuto un rating «A», che nei manuali viene definito come una «solida capacità di ripagare il debito». Non era stato tenuto in gran conto che il 10 settembre la stessa Lehman aveva annunciato una perdita di 3,9 miliardi di dollari, mentre il 13 settembre Timothy Geithner, allora presidente della Federal Reserve Bank di New York, poi segretario al Tesoro americano con l’amministrazione Obama, paventava una liquidazione d’emergenza.

Nelle stesse ore in cui due colossi americani dei mutui federali, Fannie Mae e Freddie Mac, chiedevano un disperato salvataggio

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